Come scegliere il titolo giusto per un libro

Avete finito di scrivere il vostro libro ma non riuscite a scegliere il titolo giusto per la vostra opera? Trovare il titolo giusto per un libro è infatti impegnativo, richiede tempo e creatività. Il titolo è, insieme alla copertina, un modo per attirare i lettori, per distinguersi fra gli innumerevoli altri libri che occupano gli scaffali delle librerie, sia offline sia online.
Un buon titolo può fare la differenza tra rimanere sconosciuti e avere successo.

Un po’ di storia

Il titolo non è sempre stato presente nei libri. Nei rotoli di pergamena prendeva il nome di “titolus” il nastrino che li legava e dove veniva scritto il nome del proprietario o il contenuto del “volumen”.

Anche con l’invenzione del Codex non cambiano molto le cose perché il testo cominciava dalla prima pagina e non lasciava spazio al titolo. Nei primi libri stampati non c’era il frontespizio e il titolo era scritto nel colophon. Perché il titolo abbia posto nel frontespizio occorre aspettare gli anni dal 1475-80. In questo periodo il titolo acquista importanza, e rimarrà in questa posizione fino a quando non verrà inventata la copertina stampata. Oggi, infatti, il titolo appare in diversi posti nel libro: la prima di copertina, il dorso, il frontespizio e l’occhiello.

Anche la forma in cui viene scritto ha subito diverse modifiche e cambiamenti nel corso del tempo anche in favore delle preferenze dei lettori. Nel Settecento erano in voga titoli esageratamente lunghi. Come, per esempio, quello originale di Robinson Crusoe: “La vita e le strane avventure di Robinson Crusoe, di York, marinaio, che visse per ventotto anni solo su un’isola deserta sulla cosa d’America, presso la foce del grande fiume Orinoco, dopo essere stato gettato sulla riva da un naufragio nel quale morirono tutti tranne lui. Col racconto di come egli fu infine così stranamente liberato dai pirati.”
Questa tipologia di titolo venne usata fino al XIX secolo. In questo periodo i titoli diventano molto più brevi, in particolare con Walter Scott e Jane Austen.
Nell’età moderna si afferma un preciso modo di scrivere i titoli. I titoli diventano sintetici, non presentano, o quasi, la punteggiatura e hanno spesso uno stile nominale dove il verbo non è presente.

Caratteristiche del titolo

Il titolo è il nome del libro, la prima cosa che il lettore vede. Serve per distinguerlo, attirare l’attenzione e dare delle informazioni sul suo contenuto. Per assolvere a queste funzioni ed essere efficace deve avere le seguenti caratteristiche:

  • deve essere breve, scritto con un linguaggio semplice, chiaro e facilmente memorizzabile
  • dovrebbe creare curiosità, stimolare l’immaginazione, suscitare emozioni
  • deve comunicare in modo esauriente il contenuto del libro e non essere fuorviante, rispettando anche le caratteristiche del genere a cui fa riferimento
  • deve essere scritto per un determinato tipo di lettore. Per esempio le parole usate per il titolo di una favola per bambini saranno molto diverse da quelle usate per un romanzo storico
  • deve essere originale, unico, non ci devono essere altri libri che hanno lo stesso titolo

Come trovare il titolo giusto

Per creare il titolo giusto la prima cosa da decidere è quale elemento prendere in considerazione. Il titolo può essere incentrato sul protagonista o sull’antagonista, o a una loro caratteristica peculiare. In questi casi può essere usato anche solo il nome del personaggio. Si può partire da un dettaglio della storia o da un oggetto importante o ancora dal luogo o dal periodo di tempo in cui è ambientata la narrazione.

Si possono creare titoli giocando con le parole, unendo due termini in contraddizione fra di loro (ossimoro) oppure associando due parole che appartengono a due sfere sensoriali diverse (sinestesie). Oppure si possono cercare titoli che abbiano una doppia interpretazione o che siano ambigui.

Gli stimoli per creare un titolo sono molti, il consiglio è quello di fare una lista con tutti i titoli che vengono in mente per poi andare a scegliere quello che più sembra adatto al libro che si è scritto e che possa attirare maggiormente l’attenzione, ricordandosi che deve essere coerente con la storia raccontata.

Durante un’intervista al “Paris Review” Hemingway raccontò che dopo aver finito di scrivere un libro compilava una lista con tutti i titoli possibili, arrivando in alcuni casi anche a cento. In seguito iniziava a eliminarli e a volte finiva per cancellarli tutti.

Conclusione

Oggi più che mai il titolo è una parte fondamentale nel successo di un libro, soprattutto nella sua funzione di attirare l’attenzione del pubblico. Come scriveva il critico letterario Gerard Genette nel suo libro “Soglie”: […] il destinatario del titolo è il pubblico nel senso che ho appena precisato, o meglio allargato. Il titolo si rivolge a molte più persone, che in un modo o in un altro lo ricevono e lo trasmettono, e partecipano così alla sua circolazione. Se il testo è un oggetto di lettura, il titolo, come d’altra parte il nome dell’autore, è un oggetto di circolazione – o, se si preferisce, un soggetto di conversazione.

 

 

 

 

 

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