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Le figure retoriche: cosa sono e quali sono

pubblicato in: Passione Scrittura 0

Spesso quando scriviamo e parliamo usiamo, anche senza esserne consapevoli, le figure retoriche.
Le figure retoriche sono accorgimenti che servono per arricchire il nostro linguaggio, per renderlo più espressivo, emozionante o più adatto all’argomento che stiamo trattando. Per diventare dei bravi scrittori occorre conoscerle e usarle con consapevolezza.
Le figure retoriche sono molte, vediamone nello specifico alcune.

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Le principali figure retoriche

  • Accumulazione: quando vengono riportati diversi vocaboli che riguardano oggetti, sentimenti o immagini in maniera ordinata o caotica.
  • Allegoria: quando un testo ha un significato più profondo rispetto a quello letterale. In pratica il testo ha due significati, uno dato dalla logica delle parole e l’altro può essere interpretato in modo diverso. Un esempio è La divina commedia di Dante.
  • Anadiplosi: quando si ripete all’inizio di una frase un termine usato alla fine della frase precedente.
  • Anafora: questa figura retorica consiste nella ripetizione, all’inizio delle frasi successive, di una o più parole. Serve per ottenere un effetto enfatico.
  • Antitesi: quando vengono accostate frasi o parole di significato opposto.
  • Asindeto: quando non sono usate le congiunzioni fra proposizioni, parole o enunciati che sono fra loro coordinati.
  • Calembour o gioco di parole: è un gioco di parole che sfrutta la somiglianza del suono o di significato delle parole oppure punta sul doppio senso del termine.
  • Climax: quando parole che hanno un significato con diversi gradi di intensità sono scritte in successione crescente o discendente.
  • Elissi: quando non viene riportata una parte della frase perché può essere dedotta dal contesto.
  • Eufemismo: quando si sostituisce un’espressione troppo forte con una più attenuata.
  • Iperbole: quando si usa un’espressione esagerata, sia per difetto sia per eccesso.
  • Litote: quando esprimiamo un concetto negandone il contrario.
  • Metafora: è un’espressione a cui è attribuito un significato diverso, figurato. È una sorta di similitudine dove mancano i termini di paragone.
  • Ossimoro: quando si mettono insieme, in un’unica espressione, parole che hanno significato opposto.

Conclusione

Per scrivere bene è quindi importante conoscere anche le figure retoriche per poterle usare nel modo migliore e con consapevolezza. Le figure retoriche aiutano infatti a esprimersi in modo originale e più efficace e a creare effetti particolari ai testi che scriviamo.

 

Fonti:

Maurizio Dardano, Pietro Trifone, La nuova grammatica della lingua italiana, Zanichelli, 1997.

Pergentina Pedaccini Floris, Patrizia Cotroneo Trombetta, Leggere per scrivere. Manuale di lettura attiva e di scrittura creativa, Centro di Documentazione Giornalistica,  2012.

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