Il genere letterario dell’autobiografia

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Un genere letterario molto antico, ma che possiede ancora molto fascino sia per gli scrittori sia per i lettori, è l’autobiografia. L’autobiografia è il racconto della propria vita scritto in prima o terza persona. Può essere scritto in diverse forme, come il diario, la confessione, in forma narrativa o epistolare. Ha una lunga e complessa storia, ricca di cambiamenti e di evoluzioni.

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Storia del genere letterario dell’autobiografia

La Storia di Sinuhe, scritta da un autore ignoto dell’Antico Egitto nel XI-X secolo a.C, è considerata l’autobiografia più antica.

Tra i greci e i latini l’autobiografia veniva scritta sottoforma di apologie di politici e oratori come Isocrate, Demostene e Cicerone, oppure come narrazioni di imprese (l’Anabasi di Senofonte, I commentari di Cesare). Erano invece maggiormente incentrati sull’analisi psicologica e della dimensione interiore opere come Le lettere a Lucilio di Seneca e i Ricordi di Marco Aurelio. Sicuramente la prima opera, che rappresenta il vero e proprio modello di autobiografia moderna è Le Confessioni di Sant’Agostino del 387 d.C dove l’autore racconta la sua vita e in particolare la sua conversione al cristianesimo.

Con l’Umanesimo le autobiografie diventano narrazioni di vita di persone eccezionali come i Commentarii rerum memorabilium di Enea Silvio Piccolomini e Vita di Benvenuto Cellini dove l’autore inserisce anche appunti di lavoro e dei rapporti con i committenti.

Nelle Lettere familiari di Baretti e nelle Memorie di Casanova si può notare l’accentuarsi di scritti incentrati da una parte sull’anima e dall’altra sui ricordi di viaggio con una particolare focalizzazione sugli aspetti sociali e politici dei luoghi visitati.

Nel Settecento, in Italia, vengono scritti dei veri e propri capolavori autobiografici maggiormente focalizzati sulle vocazioni degli autori: L’autobiografia di G. B. Vico, Le memorie di C. Goldoni e La vita di V. Alfieri. In Francia, invece, Jean-Jacques Rousseau scrive Le confessioni dove racconta la sua storia in modo introspettivo, inserendo anche dettagli molto intimi, alternati a episodi di vita.

Nel Novecento ricordiamo Alla ricerca del tempo perduto di Proust, La coscienza di Zeno di Svevo che sono opere più romanzate. Più recenti sono le autobiografie di Edgar Morin, Francesco Alberoni che sono più psicoanalitiche e quelle di Paul Auster, Don De Lillo  e Milan Kundera che sono frutto dell’incrocio tra le vicende personali e le riflessioni sulla loro narrazione.

Altre forme della scrittura del sé

Il memoir

Il memoir fa sempre parte della scrittura del sé. Ma a differenza dall’autobiografia tratta in particolare la memoria emotiva. I fatti non sono raccontati in ordine cronologico, seguono le associazioni mentali andando avanti e indietro nella memoria. E soprattutto, essendo basato maggiormente sulla memoria emotiva, racconta gli avvenimenti come vengono ricordati dall’autore, e non necessariamente come sono successi realmente.

Il diario

Un’altra forma di racconto del sé sono i diari dove vengono raccontati e annotati i fatti, in un particolare momento storico, che sono importanti per chi li scrive. Di solito quando si scrive un diario lo si fa in modo sincero rivelando anche le parti più intime di sé.

 

Fonte:

C. Masia, Scrivere di se stessi. Autobiografia, memoir, romanzo autobiografico, Dino Audino Editore, 2019.

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